Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Le due vie

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Brandi, Cesare 30 occorrenze

Le due vie

, chi non riconosce tale strutturazione, si trova nell’assoluta incapacità di motivare, se non in modo emotivo, sia l’assenso che il diniego all’arte

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stesso modo che il sempre nuovo disporsi dei frammenti in un caleidoscopio non è un modo, per chi l’usa, di collaborare al caleidoscopio, ma

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Quale sia lo status della coscienza attuale, che ha reso possibile l’attitudine all’interpretazione in chi riceve l’opera d’arte, fino a

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l’interno della casa verso il fulcro di chi ci vive.

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formale che era. È chiaro che, per chi considera l’opera d’arte nella sua essenza, non ci può essere né moto sacralizzante né desacralizzante, in quanto

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astronauti: o veramente, chi sfuggisse, sarebbe come l’astronauta, fuori dell’epoca come l’astronauta è fuori della terra. In questo senso, con un nesso

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rispondenza fuori di chi lo compiva. L’intensificazione del rapporto d’integrazione dello spettatore attraverso come un nuovo corso della materia, che l

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immutabile, non è per chi vive nel presente come su un tapis roulant, con l’angoscia che si fermi. Ma le considerazioni precedenti spiegano perché noi non

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) della pop-art, la crisi semantica si fosse chiusa; e, chi voglia credere questo, se ne stia pago. Ma proprio l’esempio deve mettere sull' avviso che

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scarpa troppo larga per chi si sente esistere solo nell'hic et nunc del presente. Sperimentalismo che ignora deliberatamente la meta di arrivo, la

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si considera e si concede senz’altro, che l’occhio della camera è l’occhio di chi fa la fotografia e vi inquadra la presa d’immagine che ricava dalla

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’attitudine del naturalista, dell’antropologo, dello scienziato infine, ma non di chi si serve dell’oggetto in senso oscuramente metaforico, come è dell

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E proprio questa sorte dovrebbe mettere in guardia dall’assumere la posizione meccanicistica di chi creda che tutto, in un’opera d’arte, è

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collabora affatto all’astanza diretta che l’epifania del quadro produce in chi lo contempla. Questo tessuto nascosto, e piuttosto dirottato che

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«Et in Arcadia ego» diverrà l’espressione soddisfatta di chi ha sciolto il voto con se stesso per essere stato in Arcadia, nel regno della bellezza e

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subito, anche nella sua frammentarietà, l’indicazione del personaggio che vi è sepolto [...] Ego indica una tipica forma di prosopopea. Chi parla è il

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, che non era mai nata e a cui quindi non si danno né seguiti né surrogati. Chi non scende a tanto, ma rifugge da una nozione soprastorica, metafisica

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Dunque la necessità di aggirare l’aporia si presenta inevitabilmente anche a chi dall’aporia si parte come da uno scoglio irremovibile. Ma l’aporia

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chi riconosce l’opera d’arte come opera d’arte. Su questa base primaria e fondamentale, il ricevente può cercare di risalire l’opera che gli si è

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dell’informazione, infatti, è concepita in relazione a chi riceve il messaggio: esattamente come il segno riguardo all’interprete interpretante. Il

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riassume un libro: chi fa questo comunica, ma l’opera, in quanto è se stessa, si dà in proprio e non comunica.

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desumibili da chi intende esplicitarla nella storia in cui è nata e in quella in cui di volta in volta si rivela 30.

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punto di stazione di chi ne fa la recezione nella coscienza, questo punto di stazione può sembrare, anche se non lo è, lo stesso di chi intende

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inerzia nel suo discorso, proprio perché il punto di stazione di chi considera l’opera d’arte all’atto della recezione, e il punto di stazione di chi

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’essenziale di quello che fa opera d’arte l’opera d’arte, come chi si arrestasse, per definire l’uomo, a dire che è un animale o una scimmia sui

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‘ realtà ’ solo in virtù dell’attiva partecipazione di chi percepisce nel pieno inarrestabile processo della vita». In tale concezione dinamica il

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, anche per chi non sapesse leggere le iscrizioni, dallo schema fossilizzato, di colpo riconoscibile, di un determinato evento della Scrittura. Quindi

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comunicazione neppure per chi la prova: c’è astanza, non comunicazione. Perciò la percezione della frutta non è la prima articolazione del linguaggio

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difficile da resultare insormontabile, proprio perché il codice senza messaggio in cui è scritta, deve essere posseduto almeno empiricamente da chi

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causa ed effetto: ma, la causa, quale è, la persona o l’interruttore? Certamente è elementare distinguere fra responsabile e causa: responsabile è chi

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